10.14.2005

 

Spiccioli d’Italia…

Pensavate davvero che con la nuova legge elettorale, l’Italia avesse varcato l’orlo del baratro?
Pensavate male. La vera fine galoppa e arriverà a breve, quando le famiglie della cosca di governo dovranno mantenere la parola data e pagare il pizzo. Ci dovremo quindi ancora abituare alla devolution della lega, alla salvapreviti e alla modifica della legge sulla parcondicio, in modo tate che tutti i capi mandamento possano ritenersi soddisfatti.
Per qualche minuto oggi ho sopportato la visione della conferenza stampa show sulle riforma della scuola superiore; finalmente avremo professori giovani e preparati per nuove materie di studio, vero Letizia?
E sì, arriverà una sferzata di novità nelle nostre scuole e saranno gettate via tutte quelle cose obsolete come il latino, l’italiano, la matematica, il greco, la storia… Che palle!
Ci saranno corsi in velinologia, moda e makeup, audiovisivi … Io, che sono della vecchia scuola, per intenderci quella del professor Aste che impiegò tre ore di lezione per insegnare ad un allievo la valenza dell’accento, già ho difficoltà a districarmi con neologismi come massmediologo, tuttologo, docusoaperista, looktrainer, mi riterrò fortunata di non dovermi scontrare con questi nuovi professori, peraltro formati nelle università brevi e a punti di Letizia.
Laureati anche tu in tre anni con la nuova università a punti credito di donna Letizia. Potrebbe essere uno spot tipo CEPU, ma invece è proprio così che funziona l’università oggi, come una patente, come una tessera del supermercato; puoi scegliere un esame da due punti, da tre, da quattro che ti faranno vincere in premio una laurea.
Ironia a parte, provate a pensare che quando saremo un po’ più vecchi, oppure i nostri nipotini, domani saranno curati da medici usciti dall’università a punti… Un intervento a cuore aperto, quanti punti potrà valere? Meglio non pensarci o suicidarsi alla prima avvisaglia dell’incedere di una malattia.
Oggi sciopero degli artisti. La protesta è arrivata in teatro. A differenza dello sciopero dei dipendenti di una ditta qualunque, che da tre o quattro mesi o anni non vede retribuzione, un po’ come la ex cartiera di Arbatax, che passano sotto silenzio, i telegiornali ne hanno parlato, perché si sa che le persone di spettacolo fanno spettacolo anche nei notiziari. Probabilmente è per questo che anche il TG 1 (e tutti gli altri) con solerzia ci hanno informato dei guai lecciso-carrisi o che ci hanno fatto sapere che da oggi non ci saranno più comunicati stampa sull’esubero di coca si Lapo Fiat, che ha persino mangiato da solo.
Mi ricordo che nell’80 quando i dipendenti FIAT occuparono per un mese la fabbrica, persino Enrico Berlinguer ebbe dei guai perché non poté fare a meno di solidarizzare con l’operaio. Occupare una fabbrica era comunque una sorta di reato. I sindacati, allora, erano sindacati, non vinsero ma tramutarono 40.000 licenziamenti in 24.000 cassa integrazioni a zero ore. La FIAT vinse, perché di fatto eliminò gli esuberi senza sborsare nemmeno una lira, dal momento che gli operai erano a carico dello stato. Io avevo 16 anni e me lo ricordo ancora, probabilmente perché contemporaneamente, il mio liceo occupava per dare solidarietà ai minatori della Carbosulcis che venivano minacciati di licenziamento.
Ma che ve lo racconto a fare? La storia è obsoleta.
Rita Pani (APOLIDE)

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