10.30.2005

 

Rimini, Rimini!


L'ineffabile Scajola, inconsapevolmente ministro per le 'attività produttive', non ha potuto fare a meno di dire la sua, a Rimini, a margine del convegno:
'L'anima dell'impero - gli orizzonti inquieti del petrolio tra apocalisse e sostenibilità', organizzato dal centro studi Pio Manzù.
Di fronte a personaggi del calibro di un Colin Campbell, che ha appena comunicato la sua convinzione (sostenuta da studi decennali sul campo) che il picco di massima produzione del petrolio convenzionale (light sweet) sia intervenuto quest'anno, mentre quello di tutti gli idrocarburi è ipotizzabile entro il 2010, non trova di meglio, uscendosene come i classici 'cavoli a merenda', che commentare:
"il taglio delle accise [sui carburanti] ha un costo enorme e non e' sostenibile in questo momento per le finanze pubbliche. Peraltro non ha un grande impatto".
Non pago, aggiunge:
"comunque, di un provvedimento del genere non c'e' piu' questa grande urgenza, perche' le principali compagnie [petrolifere] nelle ultime settimane hanno abbassato i prezzi [della benzina] in maniera sensibile, di 6-7 centesimi al litro".
E' palese come il nostro buon Claudio non abbia la minima idea di cosa si stia parlando, a Rimini, e trovasi colà perchè qualcuno "ce lo ha mandato"...
In realtà, poi si riprende un po', ma ugualmente ci fa rimpiangere il 'dorato silenzio', quando estolle: "Il petrolio costa caro e tra 50 anni finirà".
E' chiaro che non ha capito niente.
Il petrolio non potrà mai 'finire', solo se ne potrà estrarre sempre meno, e quindi costerà sempre di più... ed infatti, alcuni anni fa, in un convegno analogo, i maggiori studiosi del campo hanno per l'appunto elaborato il 'Protocollo di Rimini', basato su meccanismi analoghi a quelli del ben più noto 'Protocollo di Kyoto', il cui scopo è pilotare la progressiva diminuzione della disponibilità di greggio, nel modo più 'equo e solidale', se così si può dire.
Purtroppo, come i fatti in Iraq ci fanno, tristemente, sospettare, il mondo ancora preferisce risolverli, certi problemi, con l'utilizzo del 'Protocollo della Giungla"...
Infine, il Nostro conclude: "Entro il 2010 la produzione di energia elettrica in Italia dovrebbe avvenire senza ricorrere all'utilizzo del petrolio, ma usfruendo di gas, carbone pulito ed energia rinnovabile".
A dire il vero, aggiunge ancora un'ultima 'perla', ovvero che sarebbe opportuno abbandonare il 'tabù' del nucleare...
Il quale nucleare ha poco ha a che vedere, a me pare, con le energie 'pulite', oppure 'rinnovabili'.
Da un lato, lo stoccaggio delle scorie è ancora un problema aperto, dall'altro, negli ultimi quattro anni, se il petrolio è aumentato di prezzo del 100%, l'uranio lo è ben del 400% !!!
In conclusione: idee poche, fumose ed a vanvera, come nella miglior tradizione italica, secondo la quale l'incompetenza assurge al rango di 'scienza esatta'.

Nike

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