9.01.2005

 

A risentirci presto...

Già… E’ giunto anche per me il momento di andarmene un po’ al mare. Parto avvantaggiata dal momento che per me andare in Sardegna significa, semplicemente, tornare a casa e non andare nella colonia lombarda di nullafacenti o malavitosi di governo tanto ambita da chiunque non abbia mai nemmeno provato a capire quale terra sia la mia Isola.
Ho deciso che in questi prossimi giorni eviterò con cura di transitare davanti a televisori accesi, eviterò di leggere i giornali, in macchina ascolterò solo musica e al mare il suo rumore.
Non consentirò ai santi di governo di rendermi partecipe dei miracoli fatti o da fare, nemmeno mi farò coinvolgere dal gossip sulle relazioni improprie tra rutelli e follini, o del ripensamento di craxi che vuole portare a sinistra il PSI forse per dar pace alle anime dei Pertini e Nenni che fino ad oggi non han fatto altro che rotolarsi nelle tombe.
Non penserò nemmeno all’appuntamento mancato col Prodi che il 7 ci aspetterebbe tutti a Roma, prima di partire per il suo tour, come se fosse Keith Jarrett.
Il fatto è che conosco posti incantevoli, dove cresce il mirto selvatico, e l’odore soprattutto dopo la pioggia è presente nell’aria, e lo puoi sentire. Conosco spiagge che il turista non conosce, e coste, e scogli che da sempre stanno là sul mare e per fortuna nessun berlusconi le ha ancora potute comprare.
Saranno solo una decina, forse una quindicina di giorni nei quali, se mi sarà possibile, non posterò altro che qualche foto per rendervi partecipi di quanto bello ci sia. A volte per vederlo basta guardare dove non guarda nessuno o semplicemente guardare laddove nessuno ci direbbe mai di guardare.
Già perché qualcuno ha voluto che Sardegna significasse solo briatore e le sue scarpe in pelle di pesce angelo e madre perla a 5.000 euro il paio, o barche ormeggiate a castello perché l’importante è esserci stati almeno una volta.
Sardegna è quella mia, che combatte la siccità e gli incendi, le strade troppo strette, il silenzio delle notti di settembre e le stelle che sembrano troppe per chi non è abituato a guardare.
A presto quindi, e se proprio vorrete scrivermi, vi prego non raccontatemi nulla del mondo. Voglio starne fuori almeno per un po’, tanto poi ci dovrò tornare per forza, più incazzata che mai.
Un caro saluto a tutti.
Rita Pani (Sardapolide)

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