7.08.2005

 

Bombe, sempre ad orologeria.

Quando ieri ho sentito che c’era stato un guasto alle linee di trasporto londinesi, che poi erano inevitabilmente attentati di terroristi islamici e c’erano tre morti per le conseguenti esplosioni che, poi erano tre, poi sette ed ora quattro e che i morti non erano 3, ma 33, 51 o 37 ho provato schifo e sdegno.
Lo stesso sdegno, vestito con i nastrini più eleganti del dolore, l’ho ritrovato in ogni frase retorica espressa ufficialmente e doverosamente da ogni portavoce di ogni angolo di mondo, e non era più semplice sdegno, ma qualcosa di più; istigazione a delinquere.
Ho deciso di smettere di guardare le TV quando l’amico Blair ha annunciato che “comunque avremo vinto noi!”
Mi sono chiesta immediatamente cosa avrebbero vinto, quale fosse il premio, mentre non era necessario chiedersi quale fosse la disputa.
Il mio sdegno si è rafforzato questa mattina, quando cercavo disperatamente notizie dell’esito del G8 e l’unica informazione che ho trovato è stata che questo G8, ormai, non aveva più senso.
Già, che senso ha dibattere del futuro del mondo e delle sue parte deboli dinnanzi alla tragicità dei fatti londinesi?
E pensare che si era partiti così bene, con i mega concerti del Live aid, per la cancellazione del debito, e tutte quelle folkloristiche azioni di polizia alla caccia dei folkloristici comunisti spacca banche, che raccontavano la violenza del mondo civile.
Dunque il G8 non ha più senso, la devastazione del pianeta da parte del padrone americano non ha più senso, non hanno più senso nemmeno le cronache nazionali, con l’inasprimento delle misure incivili che armeranno la mano del chiunque rendendo legale la “caccia al ladro” la riesumazione dei fascisti, la negazione della memoria, e persino la ripresa della legale caccia all’islamico nel nostro paese. Nulla ha più senso. C’è fretta di colmare il vuoto lasciato dalle bombe londinesi e non possiamo perdere tempo nemmeno a chiederci quante siano esattamente le vittime e quante le esplosioni. Al Queida parla da WEB e mentre in TV un esperto di cose mediorientali insinua il dubbio sulla veridicità della rivendicazione, l’audio si interrompe e si passa alla diretta delle tempestive dichiarazioni di pisanu al senato: “dobbiamo stare in guardia”.
C’è anche il tizio di Arcore pronto a rincarare la dose: “anche l’Italia è nel mirino”. Per una volta ho la sensazione che non stia mentendo, infatti l’anno prossimo da noi dovrebbero svolgersi regolari elezioni per la cacciata della destra dal governo, ed è una mia personalissima paura quella che la bomba ad orologeria sia già stata innescata...
Ma vincerà la democrazia, lo ha ribadito blair, l’ha sussurrato anche bush, l’hanno detto bene o male tutti.
Ed eccolo tutto il mio sdegno: il fatto per esempio che tra le notizie e le immagini di devastazione trovino spazio solo altre notizie relative alle borse e al prezzo del barile del petrolio, quello che nemmeno l’ennesima strage al mercato di Baghdad trovi un angolo per essere raccontata, o peggio la manipolazione dei fatti da parte di un’informazione scremata, pilotata e manipolata per insinuare la legittimità di una guerra che non si può concludere perchè incerto è l’esito, ovvero il possesso del petrolio. Tutto questo però, con la parvenza della massima libertà di informazione, in un villaggio globale dove nulla può sfuggire, in un mondo fatto di telefoni cellulari dotati di viodeocamere e computer capaci di rilanciare racconti ed opinioni, e giornali on line che invitano tutti ad esser reporter: “Manda il tuo racconto da Londra... Invia le foto...”
Continuo a pensare che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato nello stare inerti a piangere morti a comando, istigati da chi è assassino al pari di Bin Laden o chi per lui, è ripugnante assistere ai massacri giusti che producono effetti collaterali e ai massacri ingiusti che invece fanno delle vittime innocenti.
E’ orribile pensare che soltanto qualche giorno fa, un coraggioso trafiletto della CNN ci informava che la popolazione americana iniziava a chiedere conto al governo della situazione irachena e si schierava in favore del ritiro delle truppe.
E’ terribile essere sfiorati dal sospetto che i morti londinesi siano un semplice movente.
Rita Pani (APOLIDE)

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