6.20.2005

 

Quando Berlusconi non ci sarà più

Grande folla alle esequie dell’ex premier, ex presidente di questo e quell’altro, ex marito, ma nano ancora in carica. Per dar modo a tutti di seguire l’evento, sono stati allestiti megaschermi in tutte le città, paesi, frazioni, giardini, cortili condominiali e perfino balconi. Dappertutto si segnala una moltitudine commossa fino alle lacrime. Non è dato sapere se di contrita tristezza o incontenibile gioia. Le giostre e la musica a palla dovrebbero però esser indice di qualcosa. Nutrita presenza di vip nel palco per le autorità. E poi volti noti ed altri notissimi del mondo politico. Richiesto di una dichiarazione, l’onorevole Vittorio Sgarbi, visibilmente scosso, ha laconicamente sintetizzato la sua esposizione con la consueta eleganza: “Stronzo! Vaffanculo! Culattone!” Il cronista ha provato a ribattere che era vestito a lutto per via dei funerali e non perché delle Iene, ma non c’è stato verso: alla fine, quello è diventato l’epitaffio scolpito in diretta televisiva sulla lapide dell’ex premier, ex presidente etc. etc. ma nano ancora in carica.
Prodi ha affermato, con la calma e la pacatezza che lo contraddistinguono, che l’importante è essere uniti. E’ stata una presa di posizione importante perché, fino a quel momento, nessuno si era mai reso conto che la narcolessia fosse una patologia contagiosa. A tal proposito, Rutelli ha citato l’illuminato pensiero di Sgarbi, rivalutandone l’opera critica e la lungimiranza.
Tanti i presenti, dunque, ma anche le assenze sono di rilievo.
Per citarne qualcuna, Emilio Fede è scomparso dalla circolazione. Nessuno sa dove sia, sebbene molti siano propensi a credere che abbia preferito togliersi la vita in una località segreta, avvelenandosi leccando una quantità imprecisata di saponette e ripetendo come in un macabro rosario: “Non sa di Berlusconi... Non sa di Berlusconi...”. Il celeberrimo buffone di corte è ormai diventato un mito, tanto che le voci di avvistamento nei luoghi più dispersi del pianeta sono già più numerose di quelle che vogliono Elvis Presley vivo o Jim Morrison impiegato del catasto. Anche la Polizia ha sospeso le ricerche decretandone il definitivo status di latitante.
Sandro Bondi, invece, ha espresso la volontà di essere inumato con il suo presidente. Attualmente sta cercando di dire qualcosa dall’interno del carro funebre indicandosi spasmodicamente le vie respiratorie e portando le mani alla gola... ecco, ora non si agita più.
Anche Giuliano Ferrara, caduto in disgrazia, non è più riuscito a risollevarsi. Mai adattatosi alla vita di tartaruga rovesciata sul dorso, è morto assiderato su una panchina della stazione ferroviaria. A nulla è valso il patetico tentativo di ripararsi dall’intenso freddo con una vecchia copia de “il Foglio”. Oppure è morto a causa dell’intenso caldo su una panchina della stazione ferroviaria e a nulla è valso il patetico tentativo di alleviare la torrida afa sventolandosi con una vecchia copia de “il Foglio”? Non lo so ma, in ogni caso, anche se è vero che non ci si capisce più niente, con le stagioni, è altrettanto vero che “il Foglio” non aiuta.
Maurizio Costanzo, nell’occasione, ha curato e condotto personalmente un’edizione straordinaria del suo famoso show serale, intitolando lo speciale: “La fcomparfa di Berlucconi: che ne farà di me, adeffo? E di Aleffandra e Cottantino?” che è proprio scritto così perché il grafico non è riuscito minimamente a capire cosa stesse dettandogli. Purtroppo, dopo cinquantasei ore e trentotto minuti di diretta, al settecentoduesimo “Configli pe’ gli acquifti...” un’anziana signora di terza fila, vittima dell’ennesimo tsunami di saliva, ha afferrato lo sgabello da pianoforte che fu di Bracardi e ha colpito proditoriamente e reiteratamente il conduttore con insospettabile veemenza.
Per Tremonti, altro assente di spicco, il colpo è stato devastante: oltre alla nota manifesta incapacità di pronunciare la lettera erre, ha improvvisamente cominciato ad esprimersi in dialetto romanesco. E’ stato fermato mentre si aggirava nei pressi di una scuola elementare brandendo minacciosamente una fetta di gruviera e gridando ripetutamente: “Ho tvovato ev bucio! Ho tvovato ev bucio!” Le guardie zoofile non hanno avuto scelta e, costrette dalle circostanze, hanno dovuto internarlo nel rettilario di un circo.
Schifani, invece, assente giustificato: è stato abbattuto senza troppi rimorsi. E impagliato. Quindi è stato provocatoriamente esposto alla biennale di Venezia, a palese dimostrazione che c’è di molto peggio che non la ricerca sulle cellule staminali. Almeno nel 75% dei casi.
dirtyboots

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