4.04.2005

 

Non ci sono parole...(Il Papa è morto o forse morirà)

Ho imparato una cosa nuova in questa tre giorni di Reality Pope.
Ho imparato a diffidare di chi inizia a parlare davanti ad un microfono, usando l’incipit:”Non ci sono parole”
Non ci sono parole, ma state tranquilli che verranno comunque elargite a piene mani.
Il Papa delle sorprese: la più grande che ha fatto è stata quasi una burla del 1 di Aprile, aggravandosi senza preavviso e morendo ventiquattro ore dopo la morte annunciata.
Così, avendo dato via alla morte in diretta con un giorno d’anticipo, siamo stati costretti a sorbire l’idiozia dilagante, travestita da informazione, mentre ovviamente le parole prima scarseggiavano e poi anzichè svanire nel silenzio, ritornavano, sempre uguali, sempre le stesse.
Non c’erano più parole dopo ventiquattro ore di diretta, e allora gli astuti telegiornalisti hanno dovuto inventarne, alla svelta, delle altre.
Purtroppo il Papa è morto davvero, e allora si è dovuto approntare un nuovo corso televisivo, utilizzando il vecchio metodo delle repliche.
Una pena assurda, sapere dell’agonia del Papa che aveva avuto termine ed osservare la coniazione di neologismi e la spasmodica ricerca di aneddoti ancora non raccontati.
Ed ecco allora che ci siamo trovati a sentire che il Giovanni Paolo è stato il primo Papa a colori, che recitare il rosario è come l’Internet della preghiera, dove la corona è il mouse, il Papa operaio, il Papa minatore, sciatore, montanaro, il Globe Trotter della fede... (mi ricorda qualcosa...operaio, minatore...)
Non ci sono parole nemmeno tra la gente, ma alla fine anche la gente, e i giovani le trovano. Che non si farebbe davanti ad una telecamera?
Ed ecco che la signora anziana ricorda tutti i Papi, ma mai nessuno così buono.
Come? E il Beato Giovanni XXIII, il Papa buono per antonomasia? Mi chiedo incredula.
Poi c’è il giovane, anch’egli povero di parole che si dichiara “Attonito: Non me lo aspettavo”
Come? Non te lo aspettavi? I giornali ne descrivevano la morte un giorno prima, la Stampa è uscita con una prima pagina-lapide...Le TV ci massacrano da ieri e tu non te lo aspettavi? Da quale astronave sei caduto, mi chiedo...
Non ci sono parole... E il cantante lirico afferma di essere a Piazza San Pietro...Per farsi conoscere.
Non ci sono parole... Ora è il momento del silenzio e della preghiera, quindi che fare? Continuare a parlare, e dire, dire, dire fino allo svilimento dei fatti, ma ormai le luci sono accese e così devono stare, fino alla fine. Lo spettacolo deve continuare.
Non ci sono parole e così gli esperti faticano, come quel Marco Eugenio da me visto a Markette di Chiambretti ed oggi ritrovato esperto opinionista in una delle tante *speciali* della Sette che ad un tratto dice... “Come quando il Papa si presentava al suo pubblico...”
Come pubblico? Mi chiedo, ma questa volta nemmeno mi rispondo.
Degni di nota le tecniche di comunicazione di Regime, e così, tra le parole che non ci sono riescono a riesumarne un’altra... Comunismo... Il Papa che ha sconfitto il comunismo... Fidel Castro non ha dato la notizia.
E qui urge una riflessione: Fidel Castro non ha sepolto il Papa prima che egli morisse, informando il popolo cubano venerdì mattina, lasciando che ne venisse annunciata la morte dopo che la stessa è avvenuta, e quindi proclamandone il lutto. Operazione che non è riuscita ai grandifratellisti italiani.
Il Papa non ha sconfitto il comunismo, ha favorito Walesa ed il suo movimento, appoggiandolo, e non intendo giudicarne l’operato di un uomo profondamente legato alla sua terra. Se il Papa fosse stato capace di sconfiggere il comunismo armato del suo Pastorale, io ne sarei stata ben felice, perchè allo stesso modo avrebbe sconfitto le guerre e ci avrebbe dato quella pace da Lui più volte auspicata.
“Mai più guerre!” Anche questa è una frase sua, lanciata con vigore da quella finestra *super star* verso chi la guerra la fa, la sovvenziona, l’approva e vi partecipa.
Quelle stesse anime impure che quando sarà, staranno in prima fila a fingere dolore per la morte di un uomo.
Non ci sono parole.
Rita Pani (APOLIDE)

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