2.08.2005

 

Le cose importanti.

Vediamo di riprendere il filo delle cose accadute e di quelle che ancora devono accadere. Non è semplice, dal momento che ho gravi problemi, anche di salute, ma ci proverò.
Le cose importanti sono state due: il rapimeno di Giuliana Sgrena e il Congresso dei DS.
Il primo fatto mi sembra più rilevante, speriamo che la giornalista possa tornare presto a raccontarci le cose degli altri mondi lontani, prima possibile.

Ora posso passare al faceto, il congresso DS, del quale immagino si sia detto già tutto, ma io non posso astenermi dalle mie considerazioni. Mi ha fatto un po’ impressione sentire Prodi salutare le compagne e i compagni. Non c’era bisogno di cedere al leccaculismo, non se ne sentiva davvero il bisogno. E poi la drammatica citazione nel nome di craxi. Chi?
Riesumare la salma del latitante deceduto nel suo paradiso tunisino al riparo delle patrie galere è stata una mossa di pessimo gusto, anche questa probabile causa di leccaculismo dilagante.

Che altro mi ha fatto traballare mentre stavo accucciata sul divano? Ah! Sì. La mitizzazione di Kossiga, ospite di quel programma schizoide su Italia 1.
Lui stava a parlare col conduttore, narrando di usi di Sardegna, su fil’e ferru, sa murta, e sa leppixedda, (tipico coltello in dotazione ad un sardo su due) e sullo sfondo scorrevano gli SMS inviati dal pubblico. “Cossiga sei un mito....Hai ripreso il piccone....Grande Cossiga...etc. etc.”
In effetti il vecchio conterraneo si presentava bene, mstrandosi come il nonno bevitore che tutti almeno una volta avremmo voluto avere a tavola, pronto a raccontare storie, persino buffo col suo improbabile accento (mai sentito un sardo che parla così, e pure io lo sono) da macchietta da film.
Per farla breve, il conduttore commosso riceve in dono un coltello e la cravatta di Oxford del santo bevitore, e per molti minuti ancora, il giovane pubblico osanna smssando l’ex Presidente.
Ho riso, cinicamente.
Ma che ne è stato di Kossiga? Quello dell’omicidio di Giorgiana Masi, quello dal carrarmato facile, il Kossiga del caso Moro, di Gladio, di Santa Teresa e delle sue armi, dei militari assoldati?
Pare svanito, nella memoria inesistente delle nuove generazioni lesionate da troppa TV e troppo poca cultura.
Forse è così che sarà anche per craxi, da latitante a martire, da ladro a galantuomo

Rita Pani (APOLIDE)

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