1.08.2005

 

L'importante è che siano morti.

Un guasto alla linea della ADSL mi ha lasciato tre giorni senza Internet ed ho dovuto fruire della sola informazione televisiva.
Oggi riaccedendo alla Rete ho avuto conferma della nostra triste situazione.
Sintetizzo tutto in una frase: “L’importante è che siano morti!” e quando non è così, allora è importante che siano VIP.
Ora i morti del treno si sommano ai morti dello tsunami, le telecamere indugiano verso un corpo coperto di rosa, il bravo cronista sottolinea che sotto le lamiere contorte ci sono mani, braccia, gambre strappate dai corpi dilaniati, la regia potrebbe essere quella di Tarantino. Mi ha colpito l’avanzare grave di un poliziotto verso un operatore di qualche TG “Andate via! Ci sono morti qui!”
Che ingenuità! Se non ci fossero stati morti, non ci sarebbero state nemmeno le telecamere.
“Lunardi tra i binari.” Si sottolinea così l’ intervento del governo.
Il paese dei binari unici che lavora per un ponte sullo stretto di Messina, piccola incongruenza di un paese che fu grande.
Morti e morti, abbiamo bisogno di morti.
Così muore a 16 mesi una bambina di Bari, morta di stenti e percosse, iniziano a contarsi le ecchimosi, in evidenza i piccoli precedenti penali del padre e della madre, prontamente arrestati. Uno scantinato occupato abusivamente. Il degrado sociale.
Ad Annamaria, ormai il tg5, il tgcom, verissimo, la Pivetti, Bruno Vespa danno del tu. Qualche giorno prima di Natale per due giorni di seguito è stata trasmessa a Canale 5 un' intervista in esclusiva ad “Annamaria” che raccontava quale Natale avrebbe passato, parlava dei suoi bimbi, delle sue fortune e delle sue disgrazie. Qualche giorno dopo Natale, su Italia 1 “Annamaria” invocava l’aiuto del piccolo Samuele, per la soluzione del suo caso.
Morale della favola: ci sono figli ammazzati e figli ammazzati. Morire amazzati dalla propria madre in uno scantinato è notevolmente più grave che morire ammazzati dalla madre in un’incantevole villetta di Cogne.
Abbiamo bisogno di morti per sapere di avere la fortuna di essere almeno vivi, e se a morire sono i bambini siamo anche più fortunati di avere i nostri ancora vivi.
E mentre dal fango del maremoto suonano i campanelli d’allarme per i bambini rubati, su RAI 3 è andato in onda (a notte tardissima, ovviamente) un importantissimo documentario nel quale si raccontavano le avventure di piccoli ed anziani imprenditori italiani che finalmente, con la globalizzazione hanno visto avverarsi i loro sogni di eterna giovinezza... “Fidanzarsi con una bambina di quattordici anni è ...fare del bene”. “ Sposare una bambina di 15 anni quando se ne hanno 55? ... “Devi mettere in conto che forse non sia solo amore ma anche interesse ...” E’ normale per un imprenditore di 71 anni andare in Thailandia per avere rapporti sessuali con un bambino di 12? “... E’ l’eterna giovinezza...Non sono pedofilo, sono omosessuale e faccio del bene per questi poveri bambini...”
Non trovo null’altro da dire.
Rita Pani (APOLIDE)

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