1.05.2005

 

Il cavalletto può attendere

Un fuoco fatuo.
“Chiedo venia maestà, imploro e supplico il perdono”.
“Ego te absolvo! Ite...”

Così finisce l’ultimo atto di una commediola infame, che tanto aveva fatto sperare l’ultimo cittadino di questo nostro povero paese, come tutte le cose italiane, uno tsunami in un bicchier d’acqua.
Bisognerebbe sapere di più sul compagno Del Bosco, è uno come detto da emilio fede che “addirittura ha partecipato al G8” o è uno che non è stato preso al GF5?
Opterei per la seconda ipotesi, che verrà confermata solo dalle prossime apparizioni TV, del lanciatore di treppeide, a Porta a Porta, L’antipatico, Costanzo show, Buona Domenica, Domenica In, Sereno Variabile, Geo & Geo, Meteo 1, 2 e 3.
Che ne sarà delle parole scritte e dette? Le mille deprecazioni? Le telefonate di solidarietà al regista berlusconi? Passeranno a ridestare la nostra memoria, apezzettate in blob o nei motori di ricerca su Internet, già oggi basta digitare su Google “Buffone” per rileggere la storia, da domani stessa sorte avrà il “cavalletto”.
L’odio che spinse il braccio del lanciatore, diverrà amore per la bontà divina del bisunto... E vissero tutti felici e contenti.

Così oggi mi ritrovo a fare la critica di questo spettacolo e mi trovo costretta a dichiararlo ignobile; ho persino provato nausea a leggere le dichiarazioni dei protagonisti alla fine dello show. Il lanciatore pentito e la sua mamma, della vittima treppiedata e dei suoi compagni di merende.
Il primo si scusa e annuncia il suo prossimo pellegrinaggio a Palazzo Chigi, la mamma racconta l’apertura del suo cuore verso “un padre di famiglia”, il nanoleso rassicurante “non farò alcuna querela”.

Chi chiederà scusa a Mario Luzi? E a Rosi Bindi? E ai Giudici ?
Chi chiederà scusa a tutti quelli come me che non chiederanno mai scusa per continuare ancora a pensare e dire NO a questo Stato di cose.
Chi chiederà scusa a tutti quelli che per essere dichiaratamente contro questo Governo quotidianamanete sono accusati, minimo, di essere filo-terroristi?
Nessuno.
Ma noi usiamo un’arma più pesante dei cavalletti. Noi usiamo le parole. Io ne uso tante e sono fortunata, Piero Ricca ne ha usata una sola e non è stato ancora perdonato...
Ma io, non sento di aver fatto nulla per cui debba essere perdonata, e allora... Avanti! All’urlo di “Buffoni!”
Rita Pani (APOLIDE)

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