10.07.2004

 

Si muore da schiavi

...Muore sul lavoro...Lo gettano via.

C’era una volta la legge 626 in materia di sicurezza sul lavoro.
Era una bella favola, i lavoratori finalmente venivano protetti dagli infortuni sul lavoro; gli edili avevano tutti i caratteristici caschetti colorati, le scarpe antifortunistiche, i terminalisti dovevano lavorare un’oretta e poi fare una pausa per salvaguardare la vista, i dipendenti ospedalieri non si sentivano più in colpa per i guanti in lattice che finalmente potevano usare in quantità industriali.
Era la favola della legge 626, ma era molto tempo fa.
Ora è cambiata in modo tacito e con la regola del silenzio assenso, insomma oggi funziona in modo differente per effetto del mondo che cambia, che si evolve, che si civilizza.
Mi ricordo, ma mi sembra tanto, tanto tempo fa, quando un operaio aveva un incidente sul lavoro al Polo indistriale di Portovesme, laggiù nel profondo Sulcis; i sindacati armati di bandiere bloccavano i cancelli e le produzioni...
Protestavano, forse ancora un po’ infetti di quel veterocomunismo che tanto fece per l’operaio.
Ma oggi il mondo è cambiato, la legge 626 oltre che per tutelare serviva anche per *informare*, l’ultimo trafiletto che cito a memoria, diceva che era compito del datore di lavoro avvisare il dipendente del pericolo, per... prevenire ...

Ricordo Luigi che le scarpe infortunistiche non le ebbe mai dal datore di lavoro, qualche volta risparmiando poteva comprarsele, rigorosamente taroccate ...
“Luigi, ma che senso ha? E se ti becca la soda caustica?”
“Sì, ma se mi vede la USL con altre scarpe, mi multa....Almeno queste ci somigliano.”
“Ma Luigi...è un tuo diritto!”
“Sì, ma se rompo i coglioni con le scarpe e le tute e le mascherine mi licenziano”.

Già ma questo accadeva tanti, tanti anni fa... Almeno 5.
Oggi c’è la legge Biagi sul lavoro, un milione di posti di lavoro, l’occupazione che aumenta e la disoccupazione che mai aveva registrato numeri così bassi. (Non sono impazzita! Cito le fonti del governotruffa)
E poi la 626.
Oggi è tutto diverso, per la regola del silenzio assenso.
Oggi se si muore in un cantiere, si prende il corpo e si getta via! Tace il sindacato e tacciono i lavoratori ...
Perchè una regola è uguale oggi più di ieri: è un lusso persino essere schiavi
Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
E' il progresso, mia cara. Come nei rasoi bilama: il primo negriero estrae lo schiavo dalle macerie e il secondo lo porta via del tutto. In questo modo il cantiere rimane pulito come mai avresti immaginato.
C’è un mio amico, schiavo anche lui, che lavora in uffici dove, quando piove, l’acqua filtra dal soffitto. In alcuni casi, l’acqua filtra attraverso i fori di fissaggio delle plafoniere per le luci. Il mio amico lavora con i computer e l’acqua ci cade sopra. E cade anche sui fili elettrici di alimentazione. Inoltre, il pavimento diventa estremamente scivoloso. Le condizioni dei servizi igienici sono disastrose anche perché egli ha sentito un passaggio di consegne da un addetto alle pulizie ad un altro, in cui si davano direttive affinché alle stanze e ai bagni del personale esterno venissero dedicate “minori attenzioni”. I soffitti dei corridoi sono costituiti da lamiere che creano un intercapedine con il soffitto vero e proprio al fine di contenere e proteggere cavi elettrici e impianto di aerazione. Qualche mese fa, queste lastre di metallo hanno cominciato a staccarsi e cadere. In un caso una lastra ha colpito al volto una collega.
Questi uffici sono in un quartiere residenziale a Roma.
E pensa che l’ente che gestisce questi uffici svolge attività di controllo, assistenza e prevenzione proprio contro gli infortuni sul lavoro.
E’ un ente pubblico.
Il nome dell’ente è INAIL.
Da ultimo, una domanda: perché se il lavoro è nero, la morte è bianca?

dirtyboots
 
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