9.12.2004

 

TERRA!

Il comizio di Capuozzo sabato sera sull'Iraq
Raramente riesco a seguire un programma TV x intero ma ieri sera ce l'ho fatta. Sono rimasto lì davanti a seguirmi il comizio di Capuozzo. Veramente bello, fatto bene, connaturato all'indole sanguigna dell'autore, una passione ragionata, coinvolgente, appassionante ed anche convincente, ma solo x gli sprovveduti. Un comizio. E non che il Capuozzo non abbia diritto ad esprimere le sue opinioni, per carità, ma allora deve decidere se fare ancora il giornalista, il cronista di guerra. E' convincente col suo volto scolpito, le borse sotto gli occhi, la voce insieme rauca e pastosa, l'aspetto di un saggio insomma. A mettergli la toga mi viene in mente Catone. Non sarà contento Capuozzo se, togliendo il pathos dal suo comizio, vado a vedere ciò che rimane: ben poco e nulla di nuovo. In sostanza Capuozzo dice che mbè, si, forse attaccare l'Iraq è stato sbagliato, che non era Saddam il vero problema nella lotta al terrorismo,che ora l'Iraq pululla di terroristi ed organizzazioni di questi ma tutto ciò è dietrologia (e questo è vero) e che bisogna affrontare questa realtà,non tirarsi indietro e continuare dritti, senza remore pacifiste, euroegoiste, eludenti il problema. Andare avanti. Si, ma dove? Per quanto ancora? Come? Nessuna risposta. A lui non importa il dove (se domani dovesse essere l'Iranandrebbe bene uguale), per quanto tempo ( fino alla inevitabile vittoriafinale), il come (non si pone perplessità sulla bontà delle strategie finoraapplicate).Capuozzo s'aggrappa all'ultima maniglia rimasta, a lui e ad altri, per rimanere in piedi con la sua speranza e bisogno interiore di coniugare il Male (la guerra) necessario per raggiungere il Bene. Aspetta cioè le elezioni in Iraq, quasi la panacea, per poter dimostrare che aveva ragione.E' disarmante in questa sua illusione. Peccato non potergli replicare, con lo stesso mezzo, con lo stesso tempo adisposizione, nella stessa fascia oraria.
Edipheo

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