9.26.2004

 

Lettera aperta....

da www.ilmanifesto.it
Lettera aperta
Egregio presidente Ciampi, siamo studenti e studentesse delle scuole secondarie superiori e siamo preoccupati per la situazione della scuola pubblica italiana che peggiora ogni anno di più. Quest'anno molti di noi non saranno più sui banchi di scuola perché sono, per utilizzare il gergo ministeriale, «dispersi», per la legge 53 del 2003 che ha mandato in soffitta «l'obsoleto» obbligo sostituendolo con un non meglio precisato diritto-dovere all'istruzione, scelta che ha di fatto determinato la mancata iscrizione al primo anno di scuola secondaria di oltre 20 mila ragazzi. Non possiamo, poi, non denunciare le scelte operate negli ultimi anni con leleggi finanziarie, come l' eliminazione del fondo per l'edilizia scolastica proprio quando, alla fine di quest'anno, scadrà il termine (già prorogato anni fa) fissato dalle legge 626 per la messa a norma delle istituzioni scolastiche. E mentre si continua a regalare soldi alle scuole private, attraverso vari stanziamenti che solo per l'attuale anno scolastico ammontano a quasi 90 milioni di euro, le scuole pubbliche hanno visto prosciugarsi i propri fondi e, per far fronte a questa continua emergenza,hanno aumentato le tasse scolastiche che oggi sfiorano cifre sempre più insostenibili. Oggi andare a scuola costa caro: tra trasporti, tasse e contributi vari si spende più di mille euro e intanto non esiste una proposta di legge quadro per il diritto allo studio (salvo qualche proposta di parità scolastica travestita da normativa per il sostegno alle famiglie) e sono tantissime le regioni che, dimenticando uno dei loro compiti, latitano sugli interventi da adottare per garantire il successo formativo (quando non finanziano direttamente le scuole private con i buoni scuola). A scriverle oggi sono anche i tanti studenti «stranieri» al centro di tante polemiche in questi giorni: per ultima la trovata delle «quote», utile solo a coprire l'incapacità di questo governo a porsi il problema di un numero sempre maggiore di studenti con cittadinanza non italiana. La questione della laicità della nostra scuola deve essere ribadita insieme a quella dell'integrazione e del confronto tra culture. Sapendo sin d'ora che non esistono ricette buone per tutte le stagioni e che tantissimo c'è da imparare da chi affronta quotidianamente queste sfide. Noi siamo convinti che uno degli errori principali di questa maggioranza sia stato proprio il mancato coinvolgimento di quanti la scuola la vivono quotidianamente, apartire dagli studenti e dagli insegnanti. La nostra scuola deve cambiare, perché la scuola italiana, quella che per mandato costituzionale deve rimuovere le differenze sociali di partenza di ciascuno di noi, non può attendere oltre.
Ci ascolti.
La salutiamo.
Gli studenti e le studentesse dell'Uds

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