7.06.2004

 

Tutto cambia, tutto si trasforma

Tutto cambia, tutto si trasforma, i sensi e le parole, il senso delle parole, i valori, le tradizioni, persino la storia. E’ vero che dovrei arrendermi all’evidenza, ma non ci riesco, non riesco ad inglobarmi in questa creatività di governo, che va dall’economia alla giustizia, passando per la cultura e le tradizioni devastando il sapere e la storia.
Tutto cambia e tutto si trasforma, una volta veniva detto per spiegare semplicisticamente quello che poteva essere l’evoluzione, persino dell’individuo, ma oggi, certo, non gli si può attribuire lo stesso significato.
Forse tutto è cambiato un po’ troppo, ed in modo fin troppo creativo.
L’ho dedotto da due piccoli brani trasmessi a Blob.
La RAI ha dedicato due ore di palinsesto alla serata del premio almirante. Io non ne sapevo nulla e così mi sono informata. Almirante, premio alla drammaturgia e alla cultura. La serata era presentata dalla conduttrice Paola Salluzzo, che ricorda al telespettatore la figura del “grande uomo politico” – sic! – “Padre fondatore della democrazia” – sic!- ma anche – Gulp!!-
Tutto cambia e tutto si trasforma.
La serata come ho detto prevedeva la premiazione di esponenti del mondo della cultura, per esempio Benvenuti (il pugile) notoriamente uomo molto colto, che ricorda “quanto il grande uomo fosse stato importante per la sua generazione” anzi, la loro, perché nel dire questo si rivolgeva all’altra grande personalità democratica chiamata sul palco (con bell’applauso) per donare il premio, il governatore storace.
Altro uomo colto premiato nell’occasione … marco masini.
Sì, tutto cambia e tutto si trasforma, quindi, se almirante diventa democratico masini è diventato cultura.
E la storia?
Cambia e si trasforma, con la creatività e i revisionismi morattiani che rischiano di deteriorare per sempre le menti dei poveri bambini, a scuola in questi anni.
Anche se a ripensarci, benvenuti non aveva tutti i torti; fu davvero importante per i giovani anche della mia generazione:

Tra il 78/79 venne a Carbonia per un comizio, voleva a tutti i costi affacciarsi dalla finestra della torre littoria, la stessa dalla quale più di una volta si affacciò il democratico padre dell’impero, ma essendo altri tempi più civili, dove ancora esisteva il rispetto di chi alla Patria aveva dato l’anima sputando via i polmoni, fu deciso di farlo affacciare dal balcone (era una fissa, un palco non bastava) dell’hotel centrale.
Riuscì a dire, (lo ricordo bene) soltanto: “camerati!” poi più nulla.
C’eravamo noi ed eravamo in tanti, furono solo le nostre grida, i nostri fischi e le nostre canzoni. Il dispensatore di olio di ricino fu scortato dai suoi 4 scagnozzi e nascosto come un topo in una fogna.
Noi fummo caricati e portati via dalla polizia.
Fu la mia prima volta, per questo me lo ricordo.
Avevo quasi 15 anni.
Rita Pani APOLIDE


Comments: Posta un commento

<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?