7.06.2004

 

di MARCO TRAVAGLIO

La mappa dei settori in cui Berlusconi ha interessi e che sono influenzati dal ministero dell'Economia Calcio, cinema, tasse, pensioni gli altri "conflitti" dell'interim
L'eventuale riforma fiscale beneficierà anche il premier
A lui saranno comunicati i piani della tv di Stato sua "rivale"


ROMA - Il 22 aprile 1992 si gioca Torino-Milan. Finisce 2 a 2. Sembra un pareggio come tanti. Peccato che in quel momento il presidente del Milan Silvio Berlusconi controlli anche il pacchetto azionario del Toro. Lo racconterà l'anno seguente il presidente granata Gianmauro Borsano: nel marzo '92 aveva girato al Milan le quote del Toro a garanzia della cessione di Gianluigi Lentini e di un anticipo immediato di 10 miliardi in nero.
Così, per qualche mese, Berlusconi controllò due club di serie A. Poi la giustizia sportiva "punì" Borsano e salvò il Milan. Oggi la storia si ripete. Ma in grande stile: da due giorni il neoministro dell'Economia Berlusconi controlla le azioni della Rai, oltreché di Mediaset. Senza contare la giungla di conflitti d'interessi aggiuntivi che le deleghe sulla politica economica del governo comporta anche formalmente per il proprietario e/o azionista di banche, assicurazioni, società televisive, editoriali e sportive. Prima, per salvare le forme, Berlusconi poteva almeno uscire in corridoio, come fece alla vigilia di Natale, mentre i ministri gli
approvavano il decreto salva-Rete4. Ora cade anche l'ultima foglia di fico.
Raiset. Il ministro del Tesoro, in base alla Gasparri, indica il presidente della Rai e un altro dei consiglieri d'amministrazione. Ma nomina (e revoca) anche il direttore generale. "Se almeno fosse stata approvata la pur blandissima legge Frattini sul conflitto d'interessi - spiega il costituzionalista ed ex presidente Rai Roberto Zaccaria - scatterebbero controlli e sanzioni per le operazioni che portano un "vantaggio"". Non basta: "Il ministero dell'Economia, nella convenzione e nel contratto di servizio con la Rai, è responsabile della gestione economica dell'azienda.
La Rai deve comunicare al Tesoro, cioè al padrone della concorrenza, tutti i dati economici e i piani industriali. Un groviglio inestricabile".
Antitrust. Controllando anche formalmente Mediaset e Rai, Berlusconi cumula sulla sua persona il 90% del mercato televisivo e il 97 di quello pubblicitario delle tv: troppo persino per il generosissimo "tetto" del 20% del Sic (il sistema integrato delle comunicazioni della Gasparri). Il che potrebbe attivare le due Authority competenti: Antitrust e Telecomunicazioni. "Finora - osserva Zaccaria - si poteva discutere di controllo "formale" su Mediaset e "sostanziale" su Rai. Ora siamo alla doppia titolarità anche formale. E potrebbe scattare l'articolo 15 della
Gasparri che vieta, anche con "controlli e collegamenti", di conseguire ricavi superiori al 20% del Sic". Altra possibile posizione dominante: quella sui diritti sportivi. Alla prossima asta davanti al Cio per le Olimpiadi 2008, si presenteranno per l'Italia due concorrenti controllati dalla stessa persona: Rai e Mediaset.
Cinema. L'impero berlusconiano comprende Medusa, società di produzione e distribuzione monopolista sul cinema italiano. E il Tesoro è l'unico azionista di Cinecittà Holding, l'ente pubblico del cinema.
Pubblicità. Nonostante la crisi del mercato mondiale, la società
pubblicitaria Mediaset, Publitalia, ha guadagnato anche nel 2003: il 6.5% in più del 2002. Visto l'enorme afflusso di capitali freschi che porta al Biscione, Publitalia è fra le aziende più interessate alla politica fiscale del governo, se davvero il neoministro Berlusconi manterrà l'impegno di "meno tasse per tutti". Senza contare che il Tesoro allarga e chiude i
cordoni della borsa per le "pubblicità istituzionali" che ministeri ed enti effettuano sulle reti Rai e Mediaset.
Meno tasse. Berlusconi giurò che le sue aziende non avrebbero utilizzato il condono Tremonti. Poi Mediaset lo utilizzò, risparmiando 162 milioni di euro per un'evasione accertata sull'acquisto di diritti cinematografici. Ora anche gli eventuali condoni li firmerà direttamente Berlusconi. E così avverrà per altri sgravi alle imprese: la Tremonti-1 del '94 fruttò a
Mediaset un risparmio di 242 miliardi di lire sulle imposte dovute per l'acquisto di vecchi film.
Calcio e debiti. Il decreto salva-calcio, varato dal Tesoro, consente alle società pallonare di spalmare i loro debiti sui bilanci di dieci anni. Anche il Milan ne ha subito approfittato, con un notevole guadagno. La norma fece storcere il naso proprio al commissario europeo Mario Monti. Ora quella patata bollente la gestirà Berlusconi, presidente del Milan.
Assicurazioni. Con Ennio Doris, Berlusconi controlla una banca-assicurazione, Mediolanum. Come banca è soggetta ai controlli del
Tesoro e molto interessata alla politica creditizia del nuovo ministro. Come assicurazione, è soggetta ai controlli del Tesoro e molto interessata alle pensioni integrative legate alla riforma previdenziale. Controllore e controllato, ancora una volta, sono la stessa persona.
Borse e mercati. Anche qui - osserva l'economista Salvatore Bragantini, ex membro della Consob - "si crea un impressionante groviglio di interessi. Il ministro dell'Economia ha poteri diretti d'intervento superiori a quelli del premier: nell'allocazione dei fondi a questo o quel settore produttivo; o
nella sorveglianza dei mercati regolamentati, insieme alla Consob". Infine da un lato Berlusconi eredita da Tremonti la delega a tagliare, discrezionalmente, spese pubbliche per 2 miliardi di euro, anche in settori "sensibili" come l'editoria e lo spettacolo. Dall'altro è superazionista di società quotate come Mediaset, Mediolanum e Mondadori. E, contemporaneamente, diventa il proponente del ddl sul risparmio per un nuovo sistema di controlli sulle borse dove sono quotati i suoi titoli. Altro che
Toro - Milan 2 a 2. Questo, al confronto, è il campionato del mondo.
(Repubblica, 6 luglio 2004)

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