6.01.2004

 

Sregolatezze del 01/06/2004

Persino per Umberto Ranieri, "riformista" diessino, c'è bisogno da parte
degli Usa di "un mutamento di stile, di tono, e soprattutto la definitiva
riconsiderazione della impostazione unilateralista". Così Ranieri e i suoi
amici si esprimono per criticare la Casa Bianca, responsabile di una guerra
"preventiva", di stragi, di occupazione di un paese come l'Iraq, di torture
e di un'azione sistematica di smantellamento della legalità internazionale.
Questione di toni (e di sensibilità). Delresto Ranieri non crede che "sarà
Bush a determinare la svolta di cui c'è bisogno", nel senso che il nemico
giurato della pacificazione è proprio lui, Bush. "E tuttavia", aggiunge
Ranieri, "egli è oggi il presidente degli Usa e in quanto tale sarà a Roma
il 4 giugno". E quindi bisogna partecipare alla manifestazione "con" tale
statista "senza se e senza ma". Insomma, Ranieri non ci pensa nemmeno a
rendere onore a Bush, visto quello che ha fatto in Iraq: lui vuole onorare
invece "il presidente degli Stati Uniti" nonostante quello che Bush ha fatto
in Iraq. Si deve dire che i "riformisti" diessini ci avevano abituato a ben
altre sottigliezze.

DON PANCRAZIO

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