6.15.2004

 

Fardelli d’Italia

E, dunque, è andata anche questa! Adesso, dal momento che la coalizione governativa ha tenuto, la tentazione del sottotraccia di “posticipare” le regionali dell’anno prossimo accorpandole alle politiche del 2006 si fa sempre più concreta. Salvo che non si evinca che la maggioranza tenga anche in quell’occasione. Insomma, forse il ricorso ai “colonnelli” previsto dal piano di rinascita della P2 non sarà necessario e li lasceranno parcheggiati a fare le previsioni del tempo.
Tutto nella norma, quindi, anche se qualche eccezione, ad onor del vero, c’è stata. A Napoli, ad esempio, la presenza della lista civetta dei Verdi verdi ha rischiato di far rimandare la consultazione elettorale a causa del nome fuorviante che troppo richiamava quello dei Verdi. Inevitabilmente sono sopraggiunte le polemiche con reciproci scambi di accuse. Poi tutto si è ricomposto e si è votato. Si è però verificata una spaccatura all’interno dei Verdi verdi. Infatti, gli ecologisti più propensi ad una politica di sviluppo in ambito enologico si presenteranno alla prossima tornata elettorale sotto le insegne dei Verdi verdicchio, mentre il filone sudamericano ha deciso di fondare un partito che tenesse nella giusta considerazione le tradizioni delle popolazioni provenienti da quel continente, con particolare riferimento al ballo: Salsa verde sarà il nome con cui li vedremo candidarsi. Un’altra corrente, più apertamente schierata con le problematiche degli operatori del settore alimentare quotato in borsa, Parmalat in primis, hanno dato vita al movimento dei Verdi al verde. Quest’ultima lista si è poi ulteriormente scissa, in quanto alcune frange estremiste appartenenti alla corrente dei melomani ha costituito il partito dei Verdi Giuseppe.
Ma, a parte questo, tutto è filato via liscio con grande soddisfazione di tutti gli schieramenti.
Merito anche dei nomi nuovi che si sono affacciati alla ribalta politica: De Michelis, per citarne uno. Egli, si è presentato sfoggiando un nuovo taglio di capelli tenuto assieme da una gelatina a base di strutto ogm e cogliendo un significativo successo per il suo partito: un bel 2% che però egli considera in ragione del doppio. Sembra proprio che aiuti bere un fiasco di quello buono prima di osservare i risultati. Questo millantato quattro per cento gli permette di dettare condizioni allo schieramento governativo qualora quest’ultimo volesse annoverare tra le sue fila il Nuovo Psi. Come prima conditio sine qua non, la casa delle libertà dovrebbe rinunciare alla locuzione “centrodestra”. Per De Michelis sarebbe infatti più opportuno rientrare in una coalizione schierata verso il “centrodallaltrapartedellasinistra”. Ma comunque è innegabile che Forza Italia abbia avuto un consistente calo di preferenze, anche in Sicilia . E allora è quasi d’obbligo chiedersi: coloro che si sono ricreduti non votando ancora per Berlusconi, intendono avvalersi dei benefici di legge previsti per i pentiti di mafia?
Certo, queste elezioni hanno distratto un po’ tutti dai gravi problemi che affliggono il Paese. No, non gli undici anni di reclusione chiesti dal pubblico ministero nei confronti di Dell’Utri dei quali non si è più avuta notizia, no! E’ tempo di metterci bene in testa che ci sono anche cose dannatamente serie. Ad esempio non si è avuto modo di affrontare con la dovuta attenzione la spinosa faccenda concernente i calzini di Totti. I maggiori quotidiani recitano il mea culpa e si interrogano sulla questione consultando fior di esperti che si sbilanciano in analisi tecniche sull’opportuna temperatura di ammollo mentre qualificati opinionisti suggeriscono l’ammorbidente più indicato. Il ministro Pisanu ha ricevuto un rapporto dei servizi segreti che addossa precise responsabilità agli anarco insurrezionalisti che, in collaborazione con cellule di Al Qaeda infiltrate tra il personale portoghese, avrebbero sabotato i fustini di detersivo nel ritiro della squadra italiana con perborato avariato.
dirtyboots

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