6.20.2004

 

«Citizen Berlusconi»: censurato in Italia, in onda in Svizzera

di MARCELLO SANTAMARIA da "l'Unità"

Sempre più spesso, per sapere quel che accade in Italia, bisogna spegnere le tv nazionali e sintonizzarsi su qualche emittente straniera. Nei mesi scorsi, avevano dedicato «speciali» molto seguiti al caso Berlusconi e ai suoi scandali, il francese Canal Plus e la rete pubblica franco-tedesca «Arte». Il Cavaliere non aveva mancato di premere sul collega Raffarin, nel tentativo - ovviamente vano - di bloccarne le repliche. L’estate scorsa il canale americano PBS aveva trasmesso il documentario «Citizen Berlusconi», realizzato dalla giornalista statunitense Susan Gray e dall’italiano Andrea Cairola, prodotto dalla «Stefilm» di Torino, coordinata da Stefano Tealdi. Il reportage aveva poi partecipato nei mesi scorsi a una serie di festival internazionali del documentario. A quello di Oslo, l’ambasciata italiana era intervenuta per ottenerne il ritiro: missione compiuta, almeno per la prima sera, ma poi il pubblico si era ribellato e aveva imposto la trasmissione per la seconda sera. «Citizen Berlusconi» aveva poi concorso al festival di Bergen (Norvegia) e al Festival dei diritti umani di Praga. Anche qui, tentativi di censura da parte dell’ambasciata italiana.
Ora il documentario, allegato due mesi fa al settimanale «Internazionale», è in vendita nelle librerie italiane in Dvd. Due sere fa, la televisione svizzera italiana lo ha trasmesso integralmente in prima serata, facendolo seguire da una dichiarazione dell’onorevole forzista Paolo Guzzanti. Il pubblico, a giudicare dagli ottimi ascolti, ha mostrato di gradire.
Susan Gray ha battuto in lungo e in largo l’Italia, lo scorso anno, al seguito di alcuni personaggi-simbolo dell’opposizione al regime di Berlusconi: Giovanni Sartori, Furio Colombo, Carlo Freccero, Marco Travaglio, Tana de Zulueta. Li ha seguiti nel loro lavoro, li ha intervistati, ha filmato i momenti salienti della battaglia del Cavaliere contro la giustizia uguale per tutti e la libera informazione. Poi, secondo le regole del migliore giornalismo anglosassone, la giornalista ha dato la parola alla «difesa», parlando con il sottosegretario alle Comunicazioni Innocenzi, al direttore del Tg5 Enrico Mentana e al più giovane candidato forzista impegnato in campagna elettorale per la provincia di Roma. I momenti più emozionanti del film sono quelli dedicati ai girotondi, alle grandi manifestazioni in difesa della legalità, della pace contro la censura, alle battaglie parlamentari per l’approvazione a tappe forzate delle leggi ammazza-processi, dalla Cirami al lodo Maccanico-Schifani. E soprattutto alle spudorate dichiarazioni spontanee di Berlusconi che il 17 giugno 2003 rifilò decine di bugie agli attoniti magistrati milanesi per prender tempo in attesa che le Camere gli regalassero l’immunità. Era il 18 giugno. È trascorso soltanto un anno. Ma, visto quel che è accaduto dopo, pare già un secolo. Nel frattempo «Citizen Berlusconi» è stato trasmesso, oltreché negli Usa e in Svizzera, in quasi tutta Europa. In Germania e in Francia lo ha messo in onda il canale Arte. E così hanno fatto la Abc in Australia e la televisione canadese. In Italia, almeno in televisione, nessuno lo ha mai visto.

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