3.31.2004

 

Elezioni.

Enormi manifesti da mezzo palazzo in cui il politico t'assicura che sta pensando proprio a te. Prodotti da designer
professionisti, colori armonizzati perfettamente - Cmyk Illustrator - e format delle headlines calibrati uno per uno. I politici, in questi manifesti, sono perfettamente rasati, vestono con trascurata eleganza e guardano con ironia. Alla politica, probabilmente, ci sono arrivati come a un hobby raffinato: avrebbero potuto fare la star del cinema, oppure il megamanager o chissa' il critico d'arte. "Grazie ragazzi!" fa il politico sorridente: potrebbe essere Tom Cruise in un film di guerra e invece, chissa' perche', fa il ministro. "Miliardi!" fa l'altro politico con un sorrisetto soddisfatto, da Paperone: ma tutti questi miliardi, che agevolmente avrebbe potuto guadagnare per se', egli - con understatement - per questa volta, benevolo, li sta regalando a noi. Che passiamo coi nostri abiti non da vip, con le nostre borse della spesa e le nostre cartelle fantozziane, e li guardiamo dal basso in alto con ammirazione.
Poi, ma molto piu' piccoli, ci sono anche i manifesti delle altre elezioni (votano gl'immigrati, qui a Roma). Manifesti che non vedevo da quarant'anni, col candidato mal rasato che sorride forzato dritto nell'obiettivo. Visi non eleganti, non da politici, da vita quotidiana. Un sorriso tirato, sopracciglia pesanti, bavero rialzato: ha un nome rumeno in "u" ma e' identico a Di Vittorio nei vecchi manifesti. Piccolo e con gli occhiali, ammiccante, con dei baffetti radi da impiegato: sara' dello Sri Lanka, va bene, ma e' assolutamente preciso al vecchio manifesto di Fanfani. Cosi', in questi manifesti di poveri, ritrovo la vecchia politica della buona Italia di una volta. In uno, un orientale e un nero si scambiano una stretta di mano, sorridendo. Sotto
c'e' scritto lo slogan, in lingue incomprensibili ma - anni Cinquanta -italiane.
Riccardo Orioles

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