3.31.2004

 

Berlusconi innesca la retromarcia: «Togliere le festività? ma io

di red

Contrordine: forse le ferie si faranno. La pioggia di critiche giunte da destra e sinistra, e anche dai vescovi, hanno imposto a Berlusconi un buffo dietro front: «Mi sono semplicemente divertito», ha detto oggi il premier.
«Ho parlato di una omologazione delle festività che comporta al massimo l'eliminazione di un ponte con il posizionamento di una festa infrasettimanale a ridosso del sabato o della domenica: quindi o il venerdì o il lunedì come da anni si fa in Inghilterra».
Berlusconi poi se la prende con la sinistra, l'unica responsabile del travisamento dei sue proposte. «Una totale disonestà intellettuale dei protagonisti della sinistra», ha detto il premier.
Per quel che riguarda la diminuzione delle tasse per i redditi più alti Berlusconi assicura che per rilanciare l'economia «occorre ridurre le aliquote fiscali perché questo è il mezzo classico di tutte le economie liberali».
Una correzione che comunque non piace a al vice-presidente Fini, che ribadisce la sua contrarietà alle proposte del premier: «Difendere i ceti medi è il motivo per cui An sta al governo». Nella maggioranza c'è confusione sul modo in cui gestire l'attuale crisi. Fini non intende infatti seguire la linea dettata da Berlusconi per la quale l'unica soluzione per
rilanciare l'economia è quella di abbassare le aliquote Irpef sui redditi più alti.
«C'è in ballo una questione di giustizia sociale, di tutela dei ceti medi e delle famiglie monoreddito», ha detto Fini. E per non essere frainteso è ancora più specifico: «A futura memoria e a scanso di equivoci voglio ribadire che la auspicabile riduzione delle aliquote Irpef dal 45% al 33% potrà avvenire solo insieme o dopo, ma certamente non prima, della riduzione al 23% delle altre aliquote intermedie».

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