2.21.2004

 

Sregolatezze del 21/02/2004

L'ex-rivoluzionario, ex-stalinista ed ex-comunista Peppino Caldarola, oggi convinto triciclista d'alemiano, ieri ha accusato di "rivoluzionarismo" i "neo-pacifisti" Mussi e Folena, e di stalinismo (di uno «stalinismo senza comunismo») chi "intimidisce" i riformisti e si arroga il diritto di decidere «chi può o meno partecipare alla manifestazione per la pace». Ha denunciato «l'aggressione subita dai Ds, e in particolare la componente riformista, sulla questione dell'Iraq». Se l'è presa anche con Bertinotti (che «invita la sinistra Ds a rendersi disponibile per un'altra formazione politica»), con Diliberto («analoghe iniziative») e con Occhetto-Di Pietro («terribile falsificazione sul tema della pace e della guerra dopo il voto al Senato»). Caldarola ne desume, allarmato e indignato, che è in atto «una vigorosa iniziativa per dividere e indebolire il più forte partito della sinistra». Ma non tutto è perduto. A rafforzarlo hanno provveduto e provvedono notoriamente Caldarola e i suoi amici riformisti, che sono riusciti in pochi anni a elevarlo da partito comunista a gioiosa macchina da guerra e a "merchant bank", consentendogli infine di accedere alle magnifiche sorti e progressive del triciclo prodiano-rutelliano-sbarbatiano.

DON PANCRAZIO

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