2.25.2004

 

NI' UN PASO ATRAS! NO SI TORRAT AGOA!

L'appello data la sua genericità è condivisibile ma è indietro anni luce rispetto alla situazione sarda. Impostare la manifestazione del 20 marzo in termini di generico richiamo ai valori della pace rischia di oscurare e fare regredire le lotte reali in corso nella nostra isola. Costruire la pace significa anche smantellare le basi della guerra, l'industria della guerra, i poligoni degli eserciti. Su questo settore la Sardegna, con le sue sole forze, sta dando un enorme contributo e procede con un ritmo sempre più accelerato e deciso.

Riproponiamo in allegato il "vecchio" documento di adesione alle giornate di Genova - luglio 2001- o per meglio dire la piattaforma di lotta di Gettiamo le Basi che negli ultimi anni ha via via cessato di essere l'indicazione degli obiettivi di un mini comitatino e si è tradotta in lotte forti e diffuse di strati sempre più ampi del popolo sardo. La pressione popolare, in crescita in tutti gli angoli dell'isola, è riuscita ad interrompere il letargo della cosiddetta classe dirigente. Lo smantellamento della base statunitense di La Maddalena non è più l'impegno relegato ad uno sparuto gruppetto, è diventato l'impegno solenne della più alta istituzione della Sardegna. Spinto da una tenace pressione popolare il Consiglio regionale, ha deliberato: la base militare statunitense installata a La Maddalena deve essere SMANTELLATA in tempi ragionevoli e stabiliti.

E' compito di chi ripudia il ruolo imposto alla Sardegna di minacciosa e aggressiva cittadella militare, punta di lancia contro i popoli dell'altra riva del Mediterraneo, fare in modo che lo sfratto dato alla base atomica Usa dal popolo sardo e dalle sue istituzioni non sia una mera dichiarazione d'intenti ma trovi strumenti di rapida attuazione. Oggi il punto in discussione può essere solo: quanto tempo concediamo all'invasore per andarsene. Un mese? Un anno?

E' compito di chi intende costruire la pace raccogliere e portare avanti la lotta in corso per conquistare la pace in quell'angolo di Sardegna martoriato da esercitazioni e sperimentazioni belliche, porsi come obiettivo a breve scadenza la SOSPENSIONE DI TUTTE LE ATTIVITA' di guerra nel poligono della morte Salto di Quirra, la cessazione della violazione sistematica dei fondamentali diritti umani:il diritto alla sicurezza, alla salute, alla vita.

E' compito di chi crede che un mondo senza guerre è possibile rendere effettivo lo smantellamento del deposito abusivo di combustibili per gli area di guerra sito a Cagliari - Monte Urpinu. La lotta popolare ha già costretto le istituzioni a togliersi la benda dagli occhi: il Comune di Cagliari ha denunciato alla Magistratura l'attività illegale dell'impianto AMI/Nato, la Provincia ha deliberato alla quasi unanimità che il deposito di guerra deve essere chiuso.

E' compito di chi s'impegna "contro la guerra per rilanciare la generale volontà di pace per il ritiro delle truppe dall'Iraq e la fine dell'occupazione (..), per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione, per i diritti e la giustizia sociale" contribuire a fare avanzare le lotte in corso a Teulada per la fine dell'occupazione militare del mare, per la cessazione dei devastanti giochi di guerra, per la restituzione alla collettività del suo mare e della sua terra, per la bonifica delle aree degradate e contaminate dalle attività belliche.

Certamente "Riteniamo sia fondamentale che anche la Sardegna e tutti i suoi abitanti facciano sentire la loro forza e il loro ideale pacifista anche perché la nostra Isola, posta al centro del Mediterraneo, non può essere nota al mondo esclusivamente come terra di basi militari e come terra di soldati che perdono la vita in quei luoghi dove l’immenso dolore della guerra crea morti su tutti i fronti. La nostra terra è sempre stata terra di pace e di accoglienza ed ancora di più oggi in questo scenario mondiale di estrema crudeltà deve rimanere".
Purtroppo la nostra terra è stata oscenamente violentata e trasformata in sterminato poligono militare, terra di accoglienza per gli eserciti di mezzo mondo, pattumiera bellica, immensa area di tiro dove stoccare e testare vecchi ordigni di morte e sperimentare nuove e sofisticate armi di sterminio di massa.

Sappiamo anche che la Sardegna è nota al mondo (e un poco anche all'Italia ) per la lotta decisa contro l'arma di sterminio di massa chiamata Uranio impoverito. Il muro di silenzio sul criminale uso di DU è stato infranto dalla Sardegna e sempre la Sardegna, ostinatamente, ne sta allargando ogni giorno le crepe.

Vorremo che la Sardegna diventasse nota anche come l'isola che è riuscita a conquistare la totale smilitarizzazione della sua terra, del suo cielo, del suo mare. Non è un sogno, è una piattaforma di lotta. Abbiamo la forza e le capacità per portarla avanti. Abbiamo la convinzione radicata che la Sardegna liberando se stessa del ruolo di vittima delle politiche di guerra contribuisca a costruire l'altro mondo possibile liberato dall'incubo delle guerre.
Comitato sardo Gettiamo le Basi

tel 070823498 -- 3386132753


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