1.17.2004

 

Vai a dare via l'utero!

Ho deciso, vado a dare via l’utero.
Anche il mio pensare ultimamente è incongruente, da una parte ritengo che a grandi passi si stia tornando al medioevo, dall’altra auspicherei un ritorno al medio evo. E’ così che mi viene da pensare quando leggo certi articoli, tipo quello dell’intervista al socio americano del ginecologo italiano antinori, che dichiara di aver impiantato un embrione clone umano in una donna, e che per alimentare la sua ricerca, ricerca (scusate il gioco) volontarie.
Non mi sconvolge e non mi scandalizza leggere che in teroria vorrebbe creare un bambino e un fratellino fotocopia per avere eventuali pezzi di ricambio, sia chiaro, mi scandalizza solo l’impegno delle menti,degli studi e dei soldi per tutto ciò che trovo aberrante ed inutile.
Sono una di quelle persone che ritiene inutile, per esempio, accanirsi per avere un figlio tutto proprio, come si usava dire in tempi antichi, sangue del proprio sangue, dal momento che nel mondo abbondano i bimbi senza genitori che non chiederebbero null’altro che essere amati, ritengo inoltre che mentre l’uomo (uomo?) studia per clonare copie di se stesso in un’epoca che ha sconfitto la poliomielite, in Africa ancora la polio colpisca i bambini che per altro, continuano a morire di malaria, aids, influenza, inedia…
No, non mi sconvolge e non mi scandalizza che si ricerchino uteri volontari per ospitare cloni di chissà chi, mi sconvolge lo spreco dei danari in per ricerche insensate che domani, un domani mi auguro lontano, potranno garantire l’immortalità ai soliti noti, mentre altre fasce di umanità sempre più povere e impoverite continueranno a morire di sete, di fame, di morbillo.
Mi fa spavento sapere che la follia che abbiamo conosciuto mediante la storia di hitler continui a vivere nelle teste di chi chiamavamo, magari, luminari della scienza.
Mi fa spavento l’uomo che giorno dopo giorno perde la sua umanità, persino andando a depositare rottami su Marte.
Forse sono troppo semplice per stare in questo mondo, forse pensavo che bastasse donare il midollo o il cordone ombelicale per salvare una vita, forse pensavo che bastasse tenere nel portafogli il tesserino azzurro del ministero della sanità col quale si dichiara di essere donatrice d’organi, forse pensavo che per generare bastasse accoppiarsi in modo tradizionale, non disdegnando un po’ di fantasia, forse pensavo che i bambini orfani dovessero essere donati a chi è capace di amarli, senza troppi inghippi burocratici, forse pensavo che i bambini hanno il diritto di essere amati, e che si dovrebbe facilitare questa opera che sa di paleolitico.
Forse oggi pensare non basta più.
Eppure continuo a pensare che c’è bisogno di pensare, continuo a restare spettatrice di questo mondo che cambia sempre in peggio, e riesco a conservare l’ideale del mondo migliore, quello che mi spinge ad alzarmi ogni fottuta mattina che ho la disgrazia di svegliarmi.
Poi spettatrice non sono. Io continuo a dire cose semplici, per le persone semplici, per chi come me ha ancora voglia di pensare.
Rita Pani ( APOLIDE )

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