12.18.2003

 

Non c'è libertà senza democrazia, No alla repressione

Giovedì 11 dicembre è successo un fatto di inaudita gravità presso la Facoltà di Scienze Politiche di Cagliari: un'iniziativa organizzata dagli studenti circa la situazione vissuta dalla popolazione del Kurdistan è stata turbata dalla presenza, fuori dalla Facoltà, di un ingente presenza di forze dell?ordine: poliziotti e carabinieri in gran numero con tanto di cellulare.
L'altro fatto gravissimo accaduto è che non solo i militari hanno presenziato fuori dalla Facoltà, ma si sono pure arrogati il diritto di entrare all'interno della stessa e in particolare nell'aula che è direttamente gestita dagli studenti, commettendo così un grave illecito: la legge infatti vieta che i militari possano entrare nelle sedi universitarie salvo in casi eccezionali
o a meno di un esplicita autorizzazione del Rettore.
Le forze dell'ordine erano li per "normale routine visto il tema di discussione e la particolare contingenza internazionale" (Giuseppe Gargiulo, vicequestore di Cagliari al Corsivo di Sabato 13 dicembre); ciò porta a dedurre che vista la partecipazione alla nostra assemblea di una giovane studentessa kurda membro dell'U.I.K.I. (Ufficio Informazioni Kurdistan Italia), ovvero l'unico fattore internazionale che poteva turbare "l'ordine pubblico", la questura ha pensato bene di tutelare la cittadinanza da "qualsiasi rischio".
Ciò dimostra come ormai il clima presente in Italia di diffidenza verso le popolazioni mediorientali, e di repressione verso chi si ostina a sostenere le rivendicazioni e i diritti di tali popoli abbia raggiunto un livello esasperante:
è tragico pensare che la partecipazione di un kurdo ad una iniziativa pubblica provochi un tale livello di allarme che arriva a disturbare l'iniziativa stessa.
Questo gesto non è che un'ulteriore prova del tentativo di ostacolare qualunque iniziativa pubblica "non conforme" all'opinione comune.
In nome "dell'unità nazionale contro la lotta al terrorismo" sono ormai sempre meno tollerate le iniziative di controinformazione e di critica al pensiero comune diffuso dai mezzi di comunicazione di massa con un conseguente
appiattimento culturale che mina la base stessa di qualunque democrazia. C'è ovvero un tentativo di esasperare l'opinione pubblica sulla possibilità imminente di un attacco terroristico e sulle conseguenti opportune misure
di sicurezza, in modo da rendere lecita e accettata la violazione delle basilari libertà democratiche.
Intendiamo quindi denunciare questo deplorevole gesto autoritario e ingiusto atto, in un modo o nell'altro, a limitare gli spazi di democratico dissenso presenti nella società.
Auspichiamo inoltre una presa di posizione da parte di tutto il Consiglio di Facoltà.
Alle intimidazioni rispondiamo con la partecipazione democratica:
Assemblea Dibattito
Venerdì 19 dicembre ore 18
Sala Maria Carta, Ersu Via Trentino

IL COMITATO PROMOTORE DELL'ASSEMBLEA

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