10.22.2003

 

DAL CORRIERE DELLA SERA

Scrive Piero Ostellino: "Non credo sia possibile fare politica in Sicilia
senza sporcarsi le mani...Per vincere le elezioni è sufficiente non farsi
troppe domande o, se si preferisce, essere troppo schizzinosi: i voti, come
i soldi, non puzzano".
E continua: la mafia "non è solo un organizzazione criminale: è, a suo modo,
anche un datore di lavoro, e qualche volta non solo criminoso. E' anche un
ammortizzatore sociali...uno strumento di accumulazione capitalistica...un
investitore che investe in attiviùtà produttive legali...un fattore di
sviluppo". Ancora più in sotto:lo Stato deve capire cher "se, da un lato,
nel momento della loro accumulazione - sfruttamento della prostituzione,
commercio della droga e quant'altro - le risorse finanziarie prodotte dalla
mafia sono maledette, dall'altro, nel momento del loro utilizzo -
investimenti legali e produttivi - diventano, che piaccia o no, benedette
per l'occupazione e lo sviluppo".
Il nosto ignorara di sapere che quel suo invito allo stato a collaborare con
Cosa Nostra si chiama " concorso esterno in associazione mafiosa",
teorizzato per la prima volte da Giovanni Falcone, magistrato matto ed
antropologicamente diverso, nell'ordinanza di rinvio a giudizio del
maxiprpcesso bis a Cosa Nostra, ma su via sono passati 20 anni da allora, va
bene celebrare Falcone, ricordare la sua memoria ma è ormai tempo di
cambiare registro!
Conclusione del nostro: "bisognerebbe individuare dei canali
semi-istituzionali per incoraggiare la mafia ad investire in attività
produttive in sofferenza e perciò pregiudizievoli per la salute generale del
Paese"

Ma certo si tratta della solita provocazione!

Antonio La Trippa

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