10.20.2003

 

BOLIVIA E PROPOSTE

Democrazia Popolare era già da tempo parte e aderente del comitato “bolivariano” con rapporti diretti nel paese Latinoamericano. Da oltre un anno cerchiamo aiuto per sostenere quelle lotte: sinceramente senza grande solidarietà ed echi… in Italia per quanto fortemente attivi sul piano internazionale abbracciamo alcune battaglie solo quando diventano cronaca invadente (è accaduto per lo zapatismo, poi per il Perù, per i curdi ecc)… tuttavia ora si tratta di non lasciare soli coloro che in Bolivia (Ecuador o Venezuela, la stessa Cuba e l’Argentina, Colombia) ora (tra repressone cruenta e ulteriore depredazione) stanno resistendo. Gli USA non staranno con le mani in mano (il gas è una risorsa che bramono controllare e il fantoccio da loro protetto è già arrivato a Miami)… Perché non organizziamo (dandoci il tempo necessario) per il 25 aprile del 2004 (indichiamo simbolicamente la data) a Roma e provocatoriamente all’EUR (magari al Palacisalfa con artisti disponibili) una manifestazione per i popoli del SUD (compreso il nostro: a sud di nessun nord appunto) che abbia in sé contenuti non generici ma ponga al centro la lotta contro l’imperialismo rilanciando un nuovo internazionalismo e la proposta di società alternative possibili, urgenti e necessarie? Perché non ne approfittiamo per rilanciare un’unità non occasionale che si ponga come voce al di fuori del coro e che si costituisca in realtà territoriali intese come Comitati per la Liberazione dal Neoliberismo (CLN)? Farlo oltre i summit dei potenti ed iniziare a non inseguire a tappe forzate le loro nefandezze è sempre più un’esigenza per coloro che non intendono registrare gli accadimenti ma trasformare lo stato di cose presente… per coloro che schierandosi ora con questo popolo ora con quest’altro non vivono nel paese dei balocchi ma governato come sappiamo (dentro una spietata logica sempre più bipolare e monopolizzata dal partitismo) e, quindi, che non possono non essere impegnati nella costruzione di una nuova concezione del mondo e della vita e nella stesura di un programma e di un progetto chiaro, coerente, possibile appunto. Abbiamo bisogno di un salto di qualità che solo un nuovo intellettuale collettivo (non un ritorno a Marx ma semmai un Marx collettivo) può stimolare e rendere prassi, abbiamo bisogno di creare consapevolezza e adesione cosciente e partecipazione non rituale… Il dibattito è aperto e cerchiamo di mantenerlo vivo senza inventare nuovi leader o portavoce ma attraverso le nostre idee, capacità, risorse, intelligenze e disponibilità che ci appartengono e che, spesso, vediamo annullate da chi considera milioni di senza nome semplicemente un esercito da resuscitare per questo o quell’appuntamento alla fine del quale si rischia di essere più soli…

Michele Capuano


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