6.21.2003

 

Conclusioni settimanali

Preambolo.
Prima la metro la prendevo saltuariamente, ora la mia frequentazione è diventata quotidiana. Volete sapere cos’è l’Italia? Volete sapere perché è stato possibile degenerare fino al punto di avere un nano mafioso e piduista al governo? Guardate la gente in metro, e se vi riconoscete, vi prego, correggetevi.
Se frequentate la metro di Roma, e vedete una tipa insulsa ed ordinaria che vi guarda in faccia e vi dice:” Siete delle merde!” quella, sono io.
La gente schiaccia le persone, sbatte a terra le vecchie, sgomita e corre, corre, corre, senza sapere bene nemmeno perché e neppure dove sta andando, ma corre e schiaccia, perché l’importante è arrivare primi, prendendo la scorciatoia sul corpo di una vecchia.
Io vado piano, cammino lenta, mi alzo dieci minuti prima per essere puntuale e raccolgo la vecchia, la proteggo insieme ad un russo che mi sorride e forse ringrazia nella sua lingua a me –peccato- incomprensibile.
R-Esistenza di parole non so se ha più un senso. R-Esistenza dovrebbe essere quella attiva e armata, la vera lotta per riappropriarci di ciò che ci è stato rubato. Lo so. Il pensiero comune derivante da un ricordo atavico di democrazia ci impone di dire che abbiamo gli strumenti, le urne, per cambiare le cose, ma la ragione e la vita, mi dicono che è solo un illusorio alibi che ci protegge da noi stessi.
L’ho capito ieri, quando ho letto le dichiarazioni di quel riciclato di Segni che per l’ennesima volta si onora di aver creato la vera forza di centro antagonista del nano e della sua cosca malavitosa.
Quanto mi piacerebbe fosse uno scherzo! Invece no. Un altro partito, un'altra associazione di ex riciclati pronti a partire per l’arrembaggio dell’osso che troveranno di questo paese devastato.
L’ho capito quando bossi è riuscito, strizzando un po’ più forte le palle della cosca, ad avere un commissariamento per poter sparare sui clandestini (?) –disperati- che rischiano la vita pur di poter vivere. L’ho capito quando quell’ologramma di presidente della repubblica (capo del CSM) ha repentinamente firmato quella cosa che chiamano legge che salverà un mafioso piduista dalla galera certa. L’ho capito quando la nostra sinistra, la meno discutibile, ha reagito intonando il ritornello:
“Referendum.”
Schiacciano le vecchie, ma io a chi schiaccia le vecchie dico: “Siete delle merde.”
La legge salva mafio/piduista è passata in parlamento perché c’è chi ha avuto il coraggio di abbandonare l’aula, o di astenersi. No. Non cedo che si faccia così. L’aula doveva venir giù, dalle urla di protesta, dai no, dall’amplificazione della voce di ogni cittadino che in quel momento fuori alle mura, doveva gridare NO. Decisamente NO.
Siete delle merde, e non mi rappresentate. Siete delle merde che schiacciano le vecchie. Io raccolgo le vecchie, perché non credo che si debbano schiacciare. Ma poi, sarei in grado di schiacciare le merde. Mi dicono porti fortuna.
Il fatto è che si è così poveri da garantire a quel camaleonte di segni di fondare un partito e non siamo capaci di riappropriarci della nostra ideologia comunista, del nostro simbolo e del nostro nome, della nostra dignità, della nostra pulizia di pensiero.
Si è così subdoli da gridare lo sdegno per la bossi fini evitando con cura ogni contatto con chiunque non sia ‘normale’ (?) e candeggiato come noi.
Si è così miserabili da andare a fare il battimano ad un essere insulso ed inutile come ciampi che è incapace di difendere persino il consiglio superiore della Magistratura, promulgando una legge che è un offesa per chiunque ancora si reputi cittadino italiano.
La sinistra è talmente tanto inglobata in questo sistema di nefandezza incivile da riuscire ad invocare l’inutilità del referendum dimenticando che già votammo per cancellare l’impunità dei potenti.
Forse è una fortuna che il mio blog sia diventato un settimanale, ed è una fortuna anche che le mie apparizioni presso altre comunità antinaniche si siano ridotte all’osso…
Non mi va più di vomitare cose scontate, alle quali facilmente ci si può associare o sulle quali si può discutere stando comodamente accovacciati su una poltrona, dopo aver progettato la vacanza last minut, in qualche oasi del mondo.
In un cassetto della mia scrivania, ho un foglietto. Ci stanno i contatti dell’ambasciata di Cuba a Roma. Certe volte lo guardo e tengo in mano il telefono. Poi penso che dall’altra parte del mare ho una bimba che mi attende e che crede alla mia figura di madre. I miei pensieri volano, spinti dal dolore lancinante. E sto. Cerco di costruire mentre tutto intorno si demolisce.
Ho adottato un cane, è strabico e poco incline alla disciplina, ma quando alla sera torno a casa temo il suo troppo affetto.
Ho adottato il Signor Sigaretta, un sovietico dai bianchi capelli al quale do una sigaretta al giorno e due il venerdì, che mi dice … “Grazie signora, grazie signora, grazie signora e buoni giornate.”
Sabato passerò in piazza Farnese, sarò cubana per i cubani.
Non so davvero se mai più mi sentirò in dovere di essere italiana tra gli italiani.
Forse solo quando ci sporcheremo le mani. Solo allora.
Rita Pani (apolide)

Comments:
molto intiresno, grazie
 
Si, probabilmente lo e
 
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